Cefalea e osteopatia

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Cos’è la cefalea

Cefalea è un termine non specifico utilizzato per indicare un dolore localizzato nella zona della testa. Vengono distinte due categorie di appartenenza: le cefalee primarie e secondarie

Differenza tra cefalee primarie e secondarie

-Le cefalee primarie sono le più comuni, si identificano come primarie poiché all’origine non c’è una patologia che giustifichi l’insorgenza del mal di testa stesso.  Spesso in letteratura medica sono definite idiopatiche (senza causa nota), per le quali si prescrive una terapia volta ad alleviare i sintomi, ma senza risolverne la causa.

-Le cefalee secondarie sono più rare, classificate come secondarie poiché la comparsa del mal di testa è un sintomo scaturito dalla presenza di una patologia.

Tra le principali cefalee troviamo:

-L’emicrania

-La cefalea tensiva

-La cefalea a grappolo

La percentuale della popolazione adulta che presenta una qualsiasi forma di cefalea è del 46%, dell’11% per l’emicrania, del 42% per la cefalea tensiva e del 3% per la cefalea cronica quotidiana

Emicrania con aura

Più rara (10-20%). Con il termine aura si intendono dei sintomi neurologici transitori che precedono la comparsa del dolore (disturbi visivi, disturbi sensitivi) con durata variabile da qualche minuto a 1 ora.

Emicrania senza aura

Più frequente (80-90% circa). Si registra nel 75% dei casi tra i 10 e i 30 anni e tende ad attenuarsi e poi a scomparire oltre i 50 anni. Si distinguono forme a bassa (< 2 attacchi/mese), media (3-5 attacchi/ mese) ed alta (> 5 attacchi/mese) frequenza.

Definizione di Cefalea di Tipo Tensivo

La cefalea di tipo tensivo è la forma più diffusa di cefalea. Può essere di forma episodica (< 15 giorni/mese) o cronica (>15 giorni/mese) e colpisce prevalentemente le donne intorno ai 30 anni.

Il dolore è tipicamente compressivo-costrittivo (“come una morsa”), bilaterale (spesso con distribuzione a “fascia” o a “casco”) localizzato principalmente sulla fronte o sulla nuca. Questo tipo di cefalea ha una intensità lieve-moderata che generalmente non compromette le normali attività della vita quotidiana. Il vomito è assente, la nausea è rara, ma possono coesistere fonofobia o fotofobia.

La sua durata varia da minuti a vari giorni. Sia la forma episodica che la forma cronica possono essere associate o meno a contrazione muscolare dei muscoli pericranici.

Definizione di Cefalea a grappolo

La cefalea a grappolo è una malattia caratterizzata clinicamente da una particolare periodicità con l’alternarsi di periodi attivi – i “grappoli”, ovvero gli attacchi – e di fasi di remissione di benessere.

Si presenta in forma episodica e cronica. Nella forma episodica, la cadenza dei grappoli è annuale o biennale; nella forma cronica, invece, i periodi attivi hanno una durata superiore a un anno senza remissione o comunque con periodi di remissione inferiori ai 14 giorni.

Durante i periodi attivi gli attacchi si presentano con una media di 1-3 al giorno, soprattutto durante le ore notturne. Sono caratterizzati da un dolore estremamente severo, rigorosamente unilaterale, prevalentemente nella regione orbitaria (più raramente sopraorbitaria e/o temporale), con una durata variabile da 15 a 180 minuti. Il paziente con cefalea a grappolo durante l’attacco non riesce a stare fermo, appare in preda a una vera condizione di agitazione psicomotoria.

La cefalea a grappolo colpisce prevalentemente il sesso maschile (70-90% dei casi) con l’età media di insorgenza intorno ai 30 anni.

I risultati dell’osteopatia sulla cura delle cefalee primarie

Sono notevoli i risultati nella cura delle cefalee primarie con l’approccio osteopatico. L’efficacia è determinata sempre dalla capacità di trovare la causa scatenante il mal di testa, ed attuare delle correzioni in funzione di essa; come abbiamo già detto in letteratura la maggior parte delle cefalee primarie sono idiopatiche, in realtà non è cosi, la maggioranza delle cefalee trova una spiegazione dopo una diagnosi dell’osteopata.

Una disfunzione meccanica del sistema cranio-cervico-mandibolare, o di un altro distretto, che di riflesso altera la meccanica di quest’ultimo, si ripercuoterà inevitabilmente sulle comunicazioni del sistema trigeminale, o sulle radici nervose emergenti dal plesso cervicale(come ad esempio nella Nevralgia di Arnold), deputate anch’esse all’innervazione del cranio.

Il trigemino o quinto nervo cranico ha fibre di natura esterocettiva e nocicettiva per gran parte del cranio, le sue ramificazioni arrivano ad innervare le meningi, è facilmente spiegabile quindi attraverso la neurologia e la fisiologia i collegamenti tra questi tessuti nervosi e l’insorgenza delle cefalee.

Dal punto di vista fisiologico, quando c’è un insulto al sistema trigeminale, verranno prodotti neuropeptidi come il CGRP e altre sostanzae proinfiammatorie, capaci di sensitizzare i neuroni periferici e centrali, scatenando dolore.

 La capacità d’interpretazione delle interazioni di questi sistemi da parte dell’osteopata gioca un ruolo chiave nella giustificazione della comparsa della cefalea e nella sua cura.

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